Le Cappuccine, dopo il frettoloso e forzato rimpatrio nel 1943 delle prime missionarie che erano ad Harar, tornarono nel continente africano vent’anni dopo. Il 22 agosto 1964 quattro missionarie, tre italiane e tre uruguaiane, per l’insistenza dei Cappuccini della Provincia lombarda, inaugurarono una nuova presenza a Saganeiti, nella loro Custodia eritrea, e nel giugno dell’anno successivo a Dellé. Questa stazione missionaria, posta sul bassopiano, era stata rifiutata come residenza dalle altre Congregazioni femminili interpellate sia a causa del clima torrido, sia perché molto distante non solo da Asmara, ma anche dai centri limitrofi più sviluppati. Pertanto le Suore di S. Anna vi si recavano da Barentù solo due volte a settimana per le catechesi. In un momento cruciale della missione in Eritrea una relazione di sr. Romana Villa definisce chiaramente la difficile situazione che stavano vivendo a soli due anni dall’arrivo a Saganeiti e a Dellé:
«(…) Le Suore sono state sistemate in modo provvisorio in una sola camera nel giugno 1965 e così vivono attualmente; refettorio comune col Padre [Glisente da Breno ofmcap (Moscardi)] ed eventuali turisti; l’acqua, finita quella piovana che dura 3-4 mesi, la devono andare a prendere sporca in una pozza a 2 km, servizio che viene fatto regolarmente con gli asini per tutta la Missione. Vi è un solo servizio che di notte rimane chiuso nell’appartamento del Padre. Le necessità intime le devono purtroppo affrontare in camera comune (la porta della camera mette nel cortile chiuso ove, all’aperto, dormono le ragazze). Le Suore vi stanno volentieri per amor di Dio e non si lamentano di nulla, benedicendo anzi la Provvidenza per il grande bene spirituale che vedono fiorire in quella Missione. Vivono attualmente con pericolo della vita, data da particolare situazione politica, e non hanno lasciato il posto neanche al principio di questo mese di luglio, quando tutta la popolazione era fuggita. Abbiamo fiducia che, dietro una seconda nostra richiesta proprio di questa mattina al Vescovo, le ritiri per qualche giorno a Barentù. In questa disagiata situazione vivono da due anni e nessuno si è preso l’impegno di provvederle almeno di un rudimentale servizio. Da notare che la Missione di Dellé riceve tramite suor Dalmazia, che ha molte conoscenze in Italia, delle offerte non indifferenti, che tutte vengono messe a disposizione della Missione per le necessità apostoliche». L’esperienza a Dellé si concluse con il ritiro delle Suore nell’ottobre del 1975 anche a causa dei costanti pericoli che la lunga guerra tra l’Eritrea e l’Etiopia facevano temere in quel territorio.
Il Fondo consiste in un unico documento, una Cronaca, che narra l'implantatio della stazione missionaria di Dellè. Il manoscritto è anonimo ma facilmente riconducibile per la grafia a suor Dalmazia Nozza, una delle missionarie Cappuccine destinate fin dall'inizio al dispensario e la cui presenza a Dellé è stata pressocchè ininterrotta eccettuato un periodo, dal 29 luglio 1967 al 22 ottobre del 1969, in cui è stato necessario abbandonare il luogo a causa di un’azione di guerriglia nella quale era stato distrutto in un incendio il piccolo complesso missionario.

Estremi cronologici: 1965 giu. 3 - 1972 giugno
Consistenza: n. 1 quaderno

serie CRONACA
Estremi cronologici: 1965 giu. 3 - 1972 giugno
Consistenza: n. 1 quaderno
Descrizione: Si tratta del libro di Cronaca della missione di Dellé che riporta sinteticamente quanto vissuto da sr. Dalmazia Nozza, Cappuccina missionaria, dal 3 giugno 1965 fino al giugno del 1972, quando, per problemi di salute, e non senza profondo dispiacere, è costretta a tornare in Italia. Lo stile semplice della cronista narra lo stupore di fronte al vasto campo missionario con il quale si confronta quotidianamente, tra fiducia ed impotenza, e non manca di descrivere scene di vita che sembrano uscite dalle pagine dell’Evangelo.