Durante la visita delle case di Uruguay-Argentina, avvenuta tra il 24 ottobre e il 19 dicembre 1990, suor Vincenza Leoni, allora Madre generale, scriveva:
 «(…) nei prossimi giorni mi recherò in Perù con le Madri provinciali, suor Magdalena (Tassoni n.d.A.) e suor Lilia (Zaffaroni n.d.A.) poiché, su richiesta dei Padri cappuccini della vice-Provincia della Liguria1, si è deciso di costituire una fraternità di Sorelle appartenenti alle Provincie dell’Uruguay e dell’Argentina. Celebrando nel 1992 il Centenario dell’arrivo in America Latina della Madre Fondatrice, questa nuova apertura alla missione delle due Province è un gesto concreto di commemorazione-imitazione di tale evento»2.

Nell’informativo del maggio 1992 veniva annunciata l’imminente presenza in Perù di sr. Elsa Quinteros e sr. Amanda Vigna, della Provincia argentina, e sr. Teresa Briozzo e sr. Olga Muñoz della Provincia uruguaia, che avevano ricevuto il crocifisso del mandato missionario a Montevideo, nella Cappella dove sono conservati i resti della Madre Fondatrice, il 2 maggio 1992.
Dopo tanta attesa e rimandi della data di partenza a motivo del visto di entrata che non arrivava, finalmente le quattro sorelle si sono stabilite nella parrocchia del “Buen Pastor” a Chorillos, nell’arcidiocesi di Lima il 12 luglio [1992], a contatto con la ricchezza culturale di un popolo antico e straordinario, col quale condividere la Parola di Dio, le fatiche del vivere e la speranza. Sr. Amanda così racconta gli inizi: «(…) Arrivammo alle ore 1,30 del mattino; trovammo la nostra casetta preparata con delicato gusto e festeggiammo il nostro arrivo con un brindisi di gazzosa, al lume di candela, perchè spesso la notte non c’è la luce. Fu una scena molto francescana. I Padri ci offrirono la cena e questo ci ricordò l’arrivo della Madre Fondatrice e il suo primo pasto offerto dai Cappuccini; questo gesto si è ripetuto anche oggi» (Chorillos, 15 luglio 1992).

Nel Natale dello stesso anno sull’informativo viene pubblicato una breve cronaca, redatta da Madre Vincenza nella sua prima visita alla giovane missione:
 «(…) Il giorno 23 assistemmo alla chiusura dell’anno sociale. Qui è piena estate e le varie attività vengono temporaneamente sospese per un periodo di riposo e di riorganizzazione. Vennero più di 500 bambini poveri con molte persone anziane (quelle che usufruiscono dei servizi della missione durante l’anno) ad assistere alla rappresentazione del presepio vivente realizzato dai bambini preparati da una nostra sorella. Alla fine per tutti c’erano cioccolata e panettone procurati dai Padri. In più per i bambini c’era anche un giocattolo che li ha resi ancor più felici (…) La vigilia del Santo Natale, alle ore 22, sulla piazza della parrocchia venne realizzato dai giovani e dagli adulti un presepio vivente, con pecore condotte da veri pastori; verso le 23 si celebrò la Messa della notte in una chiesa strapiena (…) I Padri sono contentissimi della presenza delle nostre suore qui. Essi dicono che sono un complemento di Francesco con Chiara perché le trovano di uno spirito simile al loro e aperte al servizio che viene loro richiesto (…) C’è tanta povertà ma c’è pure tanta religiosità. La situazione politica è confusa e difficile. Insieme alle sorelle e alla gente chiediamo al Signore che ridoni la pace e un po’ di benessere a questo popolo»3.

Suor Teresa Briozzo ci narra la festa di san Pietro a Chorillos, che ben riassume lo spirito particolarissimo di quel popolo e la loro rappresentazione della fede:
«(…) Il 29 giugno abbiamo celebrato le feste patronali e qui hanno avuto un tono tutto particolare! (…) Bellissima è stata la processione con la statua di san Pietro rivestita dei paramenti da vescovo. Usciti dalla parrocchia i pescatori (e questa è una zona di pescatori) l’hanno portata fino al molo. Lì c’erano circa trenta barche di pescatori con le loro famiglie ad aspettare il Santo per collocarlo in una barca. Su questa salì il Parroco rivestito dei sacri paramenti con altri sacerdoti della zona, varie persone e tre di noi (suor Olga, suor Elsa ed io). Finalmente la barca parte e si dirige verso il Club delle Regate dove c’è tanta altra gente che aspetta, che offre a san Pietro un cesto di fiori e canta un inno a Papa Giovanni Paolo II. Poi salutano la ‘barca’ con una pioggia di petali di fiori. La ‘barca di Pietro’ e tutte le altre si dirigono in alto mare; ad un certo punto si fermano e lanciano una corona di fiori nel mare, in memoria dei pescatori morti nel compimento del loro lavoro. Poi pescano tre pesci che legano al braccio di ‘Pietro il pescatore’ e s’inizia il ritorno verso la riva. Arrivati al molo stracolmo di gente, il Parroco benedice i pescatori e le loro famiglie, si prega per tutti gli abitanti di Chorillos, di cui il Santo è il patrono. Come si può capire la cerimonia è ricca di simboli. Per noi è stata un’esperienza nuova e bellissima. Realmente sperimentammo qualcosa di ciò che è la Chiesa: questo pugno di uomini in una povera barca, navigando sul mare. Che mistero di piccolezza e di grandezza! (…)»4.

«In questi ultimi anni le Cappuccine hanno anche raggiunto zone del Paese più trascurate come La Merced, nella diocesi di Huaco, e Costumazá (Cajamarca), piccolo paese arrampicato su un vertiginoso panorama andino che già frequentavano nelle loro missioni periodiche e dove spesso devono spostarsi a dorso d’asino o a cavallo per raggiungere i villaggi sparsi tra i monti»5.


1P. Carlo Rizzatti ofmcap, Ministro provinciale della Liguria, e p. Lino Panizza ofmcap, Superiore della vice-Provincia del Perù.
2ASCG sezione Governo, serie Informativi, sottoserie Informativi Governo generale: Da un capo all’altro n. 8 (29 novembre 1990).
3ASCG sezione Governo, serie Informativi, sottoserie Informativi Governo generale: Da un capo all’altro n. 26 (4 gennaio 1993).
4Dall’informativo “Da un capo all’altro” n. 32 del 16 settembre 1993.
5M. VANIN, “Oltre i confini. Madre Francesca Rubatto e le sfide del suo tempo”, Milano, 2005, p. 184.