Martina, in provincia di Savona dal 1927 e diocesi di Asti, fino al 1929 è stato un comune autonomo, successivamente soppresso insieme a quello di Olba per andare a costituire il comune di Urbe. Il paese sorge nella valle del torrente Orba e la posizione geografica fa sì che il clima sia costantemente umido e particolarmente rigido d’inverno. Ciò spiega le numerose difficoltà trovate dalle Suore nella casa a loro destinata e soprattutto nell’insalubrità degli ambienti dell’asilo che si palesa diffusamente nella corrispondenza. Per richiesta del Prevosto don Antonio Zunino, le Suore aprirono un Asilo infantile e un Laboratorio femminile a Martina Urbe nel febbraio del 1945 alloggiando nella casa lasciata dalla sig.ra Tommasina Zunino: «Il 15 febbraio 1945 dietro mia ripetuta istanza e previa approvazione di Sua Ecc. Mons Giuseppe Dell’Omo, Vescovo di Acqui, un piccolo nucleo di Suore Terziarie Cappuccine, prendevano stanza provvisoria in un piccolo appartamento sito in piazza della Chiesa perché la casa lasciata dalla signora Zunino, sita sulla Via Provinciale, è attualmente affittata a sfollati, i quali però a fine guerra dovranno lasciare detti locali alle Suore. Il sottoscritto (don Antonio Zunino) s’impegna di venire incontro ai bisogni delle Suore, così pure la popolazione che tanto ha desiderato le Suore. Questo impegno intendo sia rispettato e compiuto anche dai miei successori».
Dopo più di dodici anni e mezzo di presenza a Martina, nell’ottobre del 1957 sr. M. Pia Vernazza, Madre generale, comunica al Sindaco la decisione di ritirare le Suore «motivata dall’impellente necessità di avere le Suore per sostenere un’opera di bene maggiore assai del piccolo asilo di Urbe, e cioè per l’asilo di Genova zona Pianderlino (per espressa richiesta del Card. Siri), dove già sono prenotati oltre 50 bambini (e raddoppieranno) mentre a Urbe (…) i bambini che frequentano l’asilo sono al massimo 5 o 6. La stessa Suora addetta si avvilisce di vedere l’asilo deserto».
Nell’Ordinamento Villa la documentazione riguardante le Suore e il servizio a Martina Urbe era raccolta nella busta denominata: “Martina Urbe. Asilo infantile”. Nel presente Ordinamento è stato ricostituito, almeno in parte, il piccolo fondo con la documentazione dell’archivio della Casa, e nel FCg, nella serie Case Istituto, sono confluiti i carteggi delle Madri generali, sr. M. Anacleta Bianchini e sr. M. Pia Vernazza, e altri documenti afferenti alla Curia generale. Tra la documentazione è presente una distinta economica di entrate-uscite dal 1909 al 1925 che sembra indicare la presenza delle Suore a Martina già prima del 1945. Il fondo è articolato in tre serie: Cronaca, Registri SS. Messe e Amministrazione.
Estremi cronologici: 1909 ott. 27 - 1957 nov. 11
Consistenza: n. 1 busta, n. 1 quaderno e n. 1 registro


serie CRONACA
Estremi cronologici:1945 feb. 12 - 1957 nov. 11
Consistenza: n. 1 quaderno
Descrizione: La serie si compone di un quaderno di memorie che documenta la presenza e le attività delle Suore a Martina Urbe: gli spostamenti ed avvicendamenti delle Suore della Comunità, la vita liturgica, le relazioni con la Curia generale e i Sacerdoti. La narrazione inizia dall'entrata, avvenuta nel febbraio del 1945, al ritiro delle Cappuccine, avvenuto nel novembre del 1957, e che pertanto copre l’intero periodo di permanenza delle Suore in servizio presso l’Asilo.

serie REGISTRO SS. MESSE
Estremi cronologici: 1950 nov. 1°– 1957 ott. 7
Consistenza: n. 1 registro
Descrizione: La serie consiste in un unico registro dove venivano annotate le celebrazioni eucaristiche e i sacerdoti che le officiavano.

serie AMMINISTRAZIONE
Estremi cronologici: 1909 ott. 27 - 1957 ottobre
Consistenza: n. 1 busta
Nella serie sono conservati non solo i carteggi intercorsi tra la Superiora e mons. Dell'Omo, vescovo di Acqui, il prevosto e le autorità civili, ma altresì il documento più antico che disponeva per testamento che la masseria della sig.a Zunino fosse destinata ad un asilo infantile. Della serie fa parte anche una pregressa documentazione contabile, il disegno di un progetto architettonico per l'edificazione dell'Oratorio privato delle Suore e la distinta delle assistenze ai malati. Vi è rimasta integra anche una rara tipologia di documentazione personale delle Suore ovvero i certificati elettorali, riferiti agli anni 1951-1956, e una tessera della Croce Rossa Italiana.