«Dilettissime Figlie, in questo giorno1 in cui voi ricevete il Crocifisso di missionarie2, il vostro benemerito Istituto (…) ritorna in Africa a rivivere e a far rivivere il grande ideale della vostra Madre Fondatrice: che ha voluto le sue figlie missionarie di Cristo; che ha accompagnatole sue Suore sull’altare del loro martirio ad Alto Alegre, e che è morta in prima linea, in terra d’America, per ricordare al suo Istituto che l’ideale missionario, sotto ogni cielo, è l’anima della vocazione missionaria delle Terziarie Cappuccine. Ritornate in Africa, perché in questa terra siete già state e già l’avete profumata col vostro apostolato e con il vostro sacrificio (…) Ritornate in Africa, che è sempre stata la terra missionaria francescana per eccellenza. Il cammino verso l’Africa l’ha aperto ai suoi figlie e figlie il serafico Padre S. Francesco, che in questa terra cercò il martirio (…)
Nella scia luminosa aperta dal serafico Padre, i figli dei suoi tre Ordini hanno camminato e lavorato, hanno edificato e sofferto per oltre settecento anni. Ricordate i martiri Agatangelo e Cassiano, il card. Massaia e tanti, tanti altri illustri confratelli. In questa scia ora rientrate anche voi.
In Africa ritorna nuovamente il vostro Istituto per continuare la tradizionedi portare fra queste popolazioni, tra gli ammalati, i poveri, i diseredati, tra le anime che hanno immenso bisogno, il programma francescano di pace e bene.
Venite con coraggio intrepido, figliole! Quale Vescovo e responsabile dell’apostolato in questa terra, vi accolgo nel nome della Chiesa e ve ne affida una porzione di essa.
Venite, figliuole! Quale Vescovo Cappuccino, vi accolgo nel nome dei confratelli in S. Francesco che tanto vi hanno attese per avervi collaboratrici nel vasto campo della loro attività apostolica.
Venite, figliuole! Quale Superiore ecclesiastico delle varie Comunità religiose, vi accolgo predilette (…)Intanto, alla benedizione che certamente il Serafico Padre effonde abbondante su di voi, e a quella della vostra Fondatrice, unisco la mia, di povero Vescovo missionario (…) Viattendo con ansia nel nome di Cristo e di S. Francesco»3
e Albino Testa4 ofmcap, Vicario apostolico d’Asmara).

«A 64 km da Asmara, nel cuore dell’Acchele-Guzai, sull’immenso altopiano etiopico, posto ad un’altezza di 2203 mt sul livello del mare, sorge Saganeiti. Nelle carte topografiche è indicato con la crocetta riservata ai capoluoghi di una certa importanza perchè ci sono tutti i servizi pubblici che si possono desiderare in Africa: posta, telegrafo, telefono, posto medico, un regolare servizio di pulmann per la città, stazione della polizia; in realtà è un villaggio che poco supera i 2500 abitanti (…). È un villaggio quasi completamente cattolico. Una delle prime stazioni missionarie evangelizzate dai Cappuccini e dai Lazzaristi. A pochi chilometri, infatti, in una valle boscosa, c’è Hebo, il villaggio fortunato che ha l’onore e la gloria di avere il corpo del beato Giustino De Jacobis. In questa splendida cornice naturale, tra un cielo sempre limpido e un clima ottimo, c’è una delle residenze missionarie più belle della Missione cappuccina in Etiopia (…) Nel vasto recinto sorgono numerosi edifici: le scuole, l’orfanatrofio, la casa dei Padri, il Postulandato dei fratelli laici, la bella Chiesa, le aule per le scuole serali e di lavoro, il salone-teatro, le cucine, il rustico. Aiuola privilegiata nella grande Missione è la casa delle Suore e delle loro Postulanti. La prima parte di quest’imponente e vasta costruzione risale al 1924, l’ultima è stata terminata pochi mesi orsono (…) Nel Borgos, quando si sparse la voce che con i “Padri della corda” sarebbero giunte anche le “Suore della corda”, una commissione venne a ringraziare, ci offrirono i loro doni, latte e uova, e ci dissero che alle “Suore della corda” avrebbero tutti voluto molto bene come a delle madri e a delle sorelle.
Dellè è una ‘prima linea’. Dista da Asmara circa 280 km (…) Un’immensa pianura, perennemente illuminata da un cocente sole d’Africa, dove primitive tribù di Cunama, Beni-Hamer e Baria vivono la loro vita povera con la caccia e la rudimentale agricoltura. Siamo nel bassopiano occidentale (…) Qui la Missione è tutto. Alla Missione vengono per le loro malattie, le carestie, le invasioni di cavallette, i litigi e per tutto quello che può capitare nella vita di un uomo. La Missione è su di un poggio dominante il villaggio fatto di capanne di paglia dalla conica forma di tucul (…) è composta dalla bella Chiesa, dalla casa dei Padri, dal piccolo orfanatrofio, dall’ambulatorio, dalla costruzione per il mulino, ed ora anche dalla casa delle Suore. (…) ancora non si è potuto avere l’acqua dal pozzo scavato ai piedi del colle della Missione, ed ogni mattina i ragazzi, con i loro somarelli, carichi delle ghirbe, fanno 3 o 4 ore di cammino per attingere acqua ai pozzi del fiume (…)»5.


1 Il 2 agosto 1964, festa della dedicazione della Basilica di S. Maria degli Angeli, culla dell’Ordine francescano, e del Perdono di Assisi.
2La celebrazione ha avuto luogo nella chiesa dei Cappuccini di Viale Piave a Milano.
3Messaggio di Mons. Zenone Albino Testa ofmcap, Vicario apostolico d’Asmara.
4 Mons. Zenone Albino Testa era nato a Vertova (Bg) il 29/05/1914. Entrato nell’Ordine dei frati minori Cappuccini dopo aver professato i Voti solenni è statoordinato sacerdote il 7 agosto 1937 e consacrato vescovo il 09/04/1961 divenendo poi Vicario apostolico d’Asmara. Dimessosi nel 1971 per ragioni di salute è rientrato in Italia. È morto il 19/09/1982.
5P. Lino da Mesero ofmcap, da “Un ideale vissuto” n. 5-1964. Al secolo Esterino Garavaglia, p. Lino è nato a Mesero il 09/09/1927 e ha vestito l’abito cappuccino il 14/08/1947 professando solennemente i Voti il 15/08/1951. Ordinato sacerdote il 05/12/1954 a partire dal 1957 per vent’anni ricopre l’incarico di Segretario provinciale delle Missioni per la Lombardia. Nel 1982 è eletto Definitore generale proprio nel settore delle missioni. Nel 1986 riceve la consacrazione episcopale e gli viene affidata prima la diocesi di Tivoli e, nel 1991, quella di Cesena-Sarsina, di cui attualmente è Vescovo emerito.