«Con lettera dimissoriale del 1° ottobre 1610 la regina madre Maria de’ Medici, in nome del re [di Francia e Navarra n.d.r.] Luigi XIII, suo figlio, concesse “l’autorizzazione perché fosse fondata, a sud della linea equinoziale, una colonia con un’estensione di cinquanta leghe tutt’attorno al forte che si sarebbe costruito”1 e “interpose la sua influenza presso il Provinciale [dei Cappuccini] di Parigi”2 perché “alcuni religiosi partissero per il Maranhão per introdurre la fede fra gli indi”3. (...) P. Leonardo, dopo aver consultato i suoi frati ne scelse quattro: p. Ivo d’Evreux, p. Claudio d’Abbeville, p. Arsenio da Parigi e p. Ambrogio d’Amiens che partirono il 2 gennaio 1612 e, dopo un viaggio irto di difficoltà e pericoli, arrivarono all’isola di S. Anna, nel golfo maragnense, il 26 luglio (…) “sopra un altare portatile la domenica 12 agosto 1612, giorno di S. Chiara, i quattro Cappuccini celebrarono per la prima volta in terra maragnense il sacrificio della Messa”4 fra lo stupore degli indi che assistevano alla cerimonia. I francesi trovarono negli indi un aiuto molto valido per la costruzione del primo nucleo di edifici della futura città di Saint Louis, ribattezzata poi São Luis dai portoghesi, quando conquistarono l’isola»5 Leggi di più

È la Provincia dei Cappuccini lombardi che accetta la missione e che sceglie sei frati perché vi si adoperino: Leggi di più

Montevideo, 6 maggio 1899
«Ai piedi dell’altare un gruppo di sette Terziarie Cappuccine si offre al Signore per una nuova missione aperta nel Maranhão, regione del Brasile nord est. Leggi di più

São Luis, 23 maggio 1899
«Dopo una lunga sosta nel porto di Pernambuco, le missionarie arrivano a São Luis, porto e città capitale dello stato del Maranhão. Leggi di più

Sul fiume Mearim dal 31 maggio al 19 giugno 1899
«Sul fiume Mearim fino a Pedreiras, le religiose viaggiano su un lentissimo vapore che, per le precarie condizioni, naufraga al ritorno. Leggi di più

Barra do Corda, 24 giugno 1899
«Il gruppo con le Cappuccine entra finalmente a Barra do Corda, città situata in una valle dello stato del Maranhão, nella selva, attraversata da due fiumi: il Corda e il Mearim. Leggi di più
Alto Alegre, 28 giugno 1899
«Dopo due giorni di sosta in Barra do Corda, e altri due di viaggio attraverso un difficile sentiero, dopo 53 giorni, arrivano finalmente ad Alto Alegre. Leggi di più

Alto Alegre, 29 settembre 1899
“Che giorno! Che momento! Stavamo tutte riunite con le selvaggine a noi affidate davanti alla porta della chiesa. Leggi di più

Alto Alegre, 26 gennaio 1900
«“Abbiamo sette angeli in casa e le loro continue e fervide preghiere non possono che attirare molteplici grazie si di noi e i nostri poveri indi”, Leggi di più

Alto Alegre, 13 marzo 1901
È il giorno stabilito per l’irruzione nella missione. Leggi di più

P. Zaccaria, p. Vittore, p. Rinaldo, fra Salvatore e il terziario Pietro Grossi

I frati coinvolti nel massacro furono quattro: padre Rinaldo da Paullo, padre Zaccaria da Malegno, padre Vittore da Lurano e fra Salvatore da Albino.

«P. Rinaldo Panigada da Paullo Leggi di più

«P. Zaccaria Casari da Malegno Leggi di più

«P. Vittore Baisini da Lurano Leggi di più

«Fra Salvatore Fassi da Albino Leggi di più

Nel massacro vennero coinvolti anche due terziari francescani: Pietro Novaresi e donna Carlotta Bizzera. Leggi di più


Alto Alegre, dal 13 marzo al 28 aprile 1901
Avvisati della tragedia dagli indi di un’altra colonia e da un ragazzo testimone del massacro, riuscito a scamparvi, i Padri di Barra do Corda fanno vari e inutili tentativi per avvicinarsi alla missione; Leggi di più

Alto Alegre, 11 maggio 1901
I corpi dei martiri, levati dalla fossa comune, sono trasportati a dorso di mulo a Barra do Corda al cadere del giorno e sepolti in un angolo dell'attuale seminario [1982 n.d.A.]. La popolazione li accoglie solennemente, con onoranze funebri.

Barra do Corda, 7 agosto 1901
I Padri di Barra do Corda hanno l’ispirazione di trasportare nella loro chiesa la statua della Vergine che, in Alto Alegre, era stata testimone dell’eccidio Leggi di più

Nella tesi di p. Stucchi, che abbiamo a lungo consultato ed abbondantemente citato, vengono fatte alcune considerazioni sulle complesse motivazioni alla base del massacro, che si possono così sintetizzare:
«Le vere cause, almeno così come noi le riteniamo convincenti sono: la grande siccità che da quasi tre anni imperversava in tutto il nord est del Brasile e che causò miseria, fame e morte specialmente tra gli indi, aggravata dall’epidemia di sarampo del 1900. La prosperità della colonia di S. José di Alto Alegre, dovuta alla prudente e lungimirante guida dei frati preposti alla sua conduzione, per cui gli indi videro in essa un centro di benessere ed approviggionamento appetibile e di facile conquista. I vari contrasti avvenuti tra padre Celso e alcuni indi appartenenti alla tribù dell’aldea di Coco, fomentarono l’ostilità e la vendetta contro i bianchi in generale e i missionari in specie (…) la concomitanza di questi fattori ha portato innanzitutto alla totale distruzione della colonia agricola di Alto Alegre e delle varie fattorie esistenti nella zona circostante, al barbaro eccidio dei frati, suore e coloni, ed in seguito allo sterminio sistematico dei coloni bianchi dell’area compresa nei territori di Barra do Corda e Grajaù per un raggio di 10-15 chilometri attorno alla colonia»30.



Riportiamo uno stralcio di un documento dattiloscritto conservato nell’ASCG, senza autore né data, in cui sono sintetizzate le notizie della prima ricognizione dei venerati resti dei Martiri di Alto Alegre, pubblicate nelle note storiche del volume del 1909, “Massacro di Alto Alegre”, di P. Bartolomeo da Monza ofmcap.

«Padre Carlo llegó a Alto Alegre par ver personalmente el lugar del martirio y proveer a una honrosa sepoltura el 28 de abril. El padre Esteba fue quien se encargó, ayudado por algunos jóvenes alumnos de la escuela de Batta do Corda, de llevar a cabo la exhumación de los cadáveres de los misioneros mártires. No encontraron en la fosa el cadaver del Padre Victorio. Llegó a Barra do Corda con los restos el llde mayo. Fueron transportados a lomo de mulas.
El Padre Roberto y Fray Vicente ayudado por piadosas personas lavaron los restos y el 17 de mayo – por la mañana – fueron sepultados en una tumba preparada en el recinto de la casa religiosa de Barra do Corda. Los restos de los Padres en una caja, los de las hermanas en dos. Se pensó construer una capilla sobre la tumba de los mártires y ésta fue bendecida el 25/11/1902 y en ella fueron sepultados otros restos entre los cuales los del P. Celso.
El 2 de abril del 1903 con el permiso del Obispo y presente toda la familia religiosa se abrió la tumba para hacer el reconocimiento de los restos de los 5 frailes que fueron puestos en cajas diferentes. La capilla, que era my simple, tenìa una inscripción en su exterior que decìa: «Indorum victimæ pro Cristo. Primitiæ sæculi XX», y en su interior una placa de mármol con una larga inscripción.
En nuestro Archivio general hay una fecha de el 1939 donde piden ayuda para construer un monument (tipo torre que pueda ser completata con el edificio de una iglesia) para trasladar los restos de los mártires al cumplirse los 40 años del martirio
».

Alto Alegre, 11 maggio 1972
I sacri resti dei martiri sono riesumati e riportati ad Alto Alegre nell’umile cappella di S. José da Providençia; lì rimangono fino al 1981, quando la missione viene nuovamente distrutta. I corpi dei martiri tornano ad essere sepolti nella Chiesa parrocchiale di Barra do Corda, dove i fedeli continuano a venerarli come loro santi protettori.
Nel 1982 una parte dei resti delle Sorelle martiri viene portata in Italia all'interno di una cassetta di zinco che viene posta nel Coro della Casa generalizia di Via F. Rubatto.
Nel settembre del 1996, a causa del trasferimento della Curia nella nuova sede di via Sirtori, i corpi delle Martiri sono nuovamente trasferiti, continuando a dare conforto e grazia alle loro sorelle Cappuccine.
1 Meirelles M., Franca Equinocial, Secma, Brasil, Rio de janeiro, 1982, p. 47.
2 Zani p. Timoteo, Alto Brasile. Missione e colonie dei Cappuccini Lombardi, Lanzani, Milano, 1911, p. 23.
3 Meirelles M., o.c., pp. 47-48.
4 Meirelles M., o.c., p. 63.
5 Stucchi p. Edoardo, Alto Alegre: 13 marzo 1901, pro-manuscripto, Milano, 1985, vol. 1, pp. 11-13.
6 Ivi, p. 18.
7 Ivi, p. 18.
8 In Archivio provinciale dei Cappuccini Lombardi cass. 4, cart. B: Bruno da Vinay, Appello al provinciale di Milano del 24/07/1897.
9 Motta de Primerio - Rezende de Taubatè, Os Missionarios Capuchinos no Brasil, La Squilla, S. Paulo, 1931, pp. 458-459.
10 Carobbio p. Metodio, I Cappuccini in Brasile. Missione e Custodia del Maranhão (1892-1956), Centro Studi Cappuccini Lombardi, Milano, 1957, p. 66.
11 Cfr. Stucchi p. Edoardo, o.c., p. 60.
12 Ivi, pp. 26-29.
13 Cfr. Frigio suor Letizia in Un ideale vissuto, anno XVI n. 2 (1976), p. 6.
14 ASCG, serie Missioni, sottoserie Alto Alegre, Corrispondenza Suore: lett. di sr. M. Eleonora (São Luis, 21/09/1899).
15 Cfr. Frigio suor Letizia, o.c., p. 7.
16 Ivi, p. 8.
17 Ivi, p. 9.
18 Ivi, pp. 9-10.
19 Lettera delle Martiri al Padre Provinciale (S. José da Providençia, 08/10/1899).
20 In Archivio provinciale dei Cappuccini Lombardi [APCL] sez. 21, cass. 3, cart. 2, quaderno.
21 Cfr. Stucchi p. Edoardo, o.c., pp. 30-31.
22 Cfr. Frigio suor Letizia, o.c., pp. 12-13.
23 Cfr. Stucchi p. Edoardo, o.c., p. 63.
24 Ivi, pp. 55-56.
25 Ivi, pp. 57-58.
26 Ivi, p. 58.
27 Ivi, pp. 58-60.
28 Ivi, pp. 69-70.
29 Ivi, p. 70.
30Ivi, pp. 95-96.