Laudatosi’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore et sostengo infirmitate et tribulatione.Beati quelli ke ‘l sosterranno in pace, ka da Te Altissimo, sirano incoronati.
LettehawariatGhebregziabhier nasce a Degràlibè, odierna Eritrea, nel 1953, il 6 agosto 1978 veste l’abito delle Cappuccine di Madre Rubatto e il 23 settembre 1980 emette i primi Voti religiosi ad Asmara dove spira, dopo essere stata ferita mortalmente da un militare, il 2 agosto 1982 a Saganeiti:
«(…) una bambina come tante, amata dalla sua famiglia, ma destinata alla sorte delle femmine: non frequenta le scuole, si occupa del gregge familiare e nei pascoli impara la solitudine del pensare e del pregare. Poi continua a non andare a scuola, perché è giusto che vadano prima i fratelli. Sono le tradizioni del paese, ma la sua scelta di fede la porta all’Asmara, dalle Suore di sant’Anna, dove fa la postulante per quattro anni, poi viene rimandata per mancanza di cultura: la terza elementare è troppo poco. A Saganeiti le Cappuccine accoglievano anche le non-scolarizzate: con loro la ragazzina intraprende finalmente la sua via. Via non facile anche materialmente perché ogni giorno, per anni, bisognerà percorrere 12 km per andare alla scuola della missione (…) a 23 anni lascia la famiglia ed entra nella Congregazione come aspirante: non sa che non arriverà alla consacrazione perpetua, ma lei vuole vivere per Gesù, con Lui e in Lui, e questo le basta (…)» (Giancarla Codrignani, da G. Merlatti, “Perdono a Saganeiti”, Milano, 2002, pp. 5-6).
LettehawariatGhebregziabhier nasce a Degràlibè, odierna Eritrea, nel 1953, il 6 agosto 1978 veste l’abito delle Cappuccine di Madre Rubatto e il 23 settembre 1980 emette i primi Voti religiosi ad Asmara dove spira, dopo essere stata ferita mortalmente da un militare, il 2 agosto 1982 a Saganeiti:
«(…) una bambina come tante, amata dalla sua famiglia, ma destinata alla sorte delle femmine: non frequenta le scuole, si occupa del gregge familiare e nei pascoli impara la solitudine del pensare e del pregare. Poi continua a non andare a scuola, perché è giusto che vadano prima i fratelli. Sono le tradizioni del paese, ma la sua scelta di fede la porta all’Asmara, dalle Suore di sant’Anna, dove fa la postulante per quattro anni, poi viene rimandata per mancanza di cultura: la terza elementare è troppo poco. A Saganeiti le Cappuccine accoglievano anche le non-scolarizzate: con loro la ragazzina intraprende finalmente la sua via. Via non facile anche materialmente perché ogni giorno, per anni, bisognerà percorrere 12 km per andare alla scuola della missione (…) a 23 anni lascia la famiglia ed entra nella Congregazione come aspirante: non sa che non arriverà alla consacrazione perpetua, ma lei vuole vivere per Gesù, con Lui e in Lui, e questo le basta (…)» (Giancarla Codrignani, da G. Merlatti, “Perdono a Saganeiti”, Milano, 2002, pp. 5-6).